Svelare le radici genetiche della PCOS: un passo verso trattamenti mirati

0
17

Per anni, la causa esatta della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è rimasta sfuggente, ostacolando lo sviluppo di trattamenti efficaci a lungo termine. Ora, un’analisi genetica su larga scala sta fornendo informazioni senza precedenti sulla condizione, avvicinando i ricercatori alla comprensione dei suoi meccanismi sottostanti e aprendo potenzialmente la strada a terapie personalizzate.

Che cos’è la PCOS e perché è fondamentale comprenderne la genetica?

La PCOS è un disturbo ormonale comune che colpisce circa 1 donna su 5, caratterizzato da interruzioni della funzione ovarica. Tipicamente si manifesta attraverso almeno due di queste caratteristiche chiave: cicli mestruali irregolari o assenti, livelli elevati di ormoni sessuali maschili (come il testosterone) e la presenza di cisti ovuli immaturi all’interno delle ovaie. Ciò porta spesso a problemi di fertilità per le persone colpite. Sebbene fattori come i cambiamenti del microbioma intestinale e gli squilibri ormonali prima della nascita siano stati collegati alla PCOS, la condizione spesso è ereditaria, suggerendo una forte componente genetica. Ricerche precedenti avevano identificato circa 25 varianti genetiche, che rappresentavano solo il 10% del rischio di un individuo, lasciando una lacuna significativa nella nostra comprensione.

Un’analisi genetica fondamentale: scoprire numerose nuove varianti

Per colmare questa lacuna di conoscenze, i ricercatori dell’Università di Shandong in Cina, guidati da Shigang Zhao, hanno condotto la più grande analisi genetica sulla PCOS fino ad oggi. Hanno analizzato i genomi di oltre 440.000 donne – a 25.000 delle quali era stata diagnosticata la PCOS, e il resto è servito come gruppo di controllo – sia nella popolazione cinese che in quella europea.

L’analisi ha individuato 94 varianti genetiche associate al rischio di PCOS, di cui ben 73 recentemente identificate. Questi risultati espandono significativamente il panorama genetico conosciuto della PCOS, offrendo un quadro più completo della sua base genetica.

Principali risultati genetici e loro potenziali implicazioni

Diverse varianti recentemente identificate rivestono particolare interesse:

  • Funzione mitocondriale: Una variante significativa si verifica nel gene che codifica per la proteina ribosomiale mitocondriale S22. Questa proteina è fondamentale per il corretto funzionamento dei mitocondri, le centrali elettriche delle cellule. Il legame tra mitocondri disfunzionali e PCOS è stato precedentemente suggerito, ma questo studio fornisce la prima prova genetica di questa connessione.
  • Regolazione degli ormoni sessuali: Un’altra variante riguarda la globulina legante gli ormoni sessuali, una proteina che regola l’attività degli ormoni sessuali. Bassi livelli di questa proteina sono comunemente osservati negli individui con PCOS, indicando un potenziale legame tra genetica e squilibri ormonali.
  • Funzione delle cellule della granulosa: Molte delle varianti recentemente scoperte influenzano la funzione delle cellule della granulosa all’interno dell’ovaio. Queste cellule sono responsabili della produzione di estrogeni e progesterone e di facilitare lo sviluppo degli ovociti durante il ciclo mestruale. Questa scoperta rafforza l’idea che i fattori genetici svolgono un ruolo nell’alterazione dei livelli degli ormoni sessuali, una caratteristica fondamentale della PCOS.

Nel complesso, le varianti identificate spiegano circa il 27% della variazione del rischio di PCOS tra i partecipanti europei e il 34% tra le popolazioni cinesi, rappresentando un progresso sostanziale nella nostra comprensione delle basi genetiche della condizione.

Direzioni future: trattamenti mirati all’orizzonte

Elisabet Stener-Victorin del Karolinska Institute in Svezia sottolinea l’importanza di questo studio, sottolineando che espande in modo significativo la nostra comprensione della componente genetica della PCOS. Sottolinea inoltre l’importanza di includere antenati diversi nei futuri studi genetici per garantire un’ampia applicabilità dei risultati.

Oltre a identificare le varianti di rischio, il gruppo di ricerca ha anche analizzato come queste varianti potrebbero influenzare specifici percorsi biologici. Questa analisi ha portato all’identificazione di diversi farmaci esistenti, nonché di un composto meno conosciuto chiamato betaina – spesso usato per trattare la condizione genetica omocistinuria – che potrebbe potenzialmente offrire benefici terapeutici per le persone affette da PCOS. La ricerca che utilizza topi con sintomi simili alla PCOS indotta potrebbe esplorare ulteriormente queste opzioni di trattamento.

Come sottolinea Stener-Victorin, gli attuali trattamenti per la PCOS si concentrano principalmente sulla gestione dei sintomi, come la prescrizione della pillola contraccettiva per regolare il ciclo o l’uso di farmaci come il clomifene per stimolare il rilascio degli ovociti. Tuttavia, un approccio più mirato, basato sull’identificazione di profili genetici specifici e sull’influenza sui percorsi biologici sottostanti, potrebbe rivoluzionare il trattamento della PCOS, portando in definitiva a terapie più efficaci e personalizzate per le donne affette da questa complessa condizione.